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RILANCIARE I BORGHI ITALIANI

  • 03/06/2022
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Fu nelle vie di questo

Borgo che nuova cosa

m’avvenne

Umberto Saba, Il Borgo

L’Italia è fra i paesi più belli del mondo, tanto da guadagnare il primo posto della classifica mondiale World Heritage List: 58 siti Unesco riconosciuti “patrimonio dell’umanità” tra cui parchi, città d’arte e piccoli borghi.

Dal 2017 i borghi sono al centro dell’agenda politica europea e italiana: l’intento è valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale del Paese, in particolare i piccoli centri abitati che rischiano l’oblìo a causa del progressivo, inesorabile spopolamento a favore delle grandi città per via delle scarse opportunità di lavoro e l’inadeguatezza delle infrastrutture.

Nasce, così, il “Piano borghi”.


IL PIANO NAZIONALE BORGHI

Il “Piano borghi” è un programma nazionale finalizzato a salvaguardare il valore del patrimonio storico, architettonico e urbanistico dei centri storici dei piccoli paesi e dei borghi, con priorità per le zone soggette a maggior rischio sismico.

L’ “Attrattività dei borghi” è prevista espressamente dal Pnrr (M1C3, investimento n. 2.1) e si snoda in due linee di intervento:

• Linea A: Progetti pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei Borghi a rischio abbandono e abbandonati

• Linea B: Progetti locali per la Rigenerazione Culturale e Sociale. Le somme stanziate ammontano a 1.020 mln di euro, di cui 420 destinati alla Linea A e 580 destinati alla Linea B

A tali investimenti si affianca (plafond di 20 milioni di euro) l’intervento “Turismo delle radici”, attuato dal Ministero degli Affari e della Cooperazione Internazionale.


OBIETTIVI

Il Piano borghi punta alla rigenerazione culturale dei piccoli centri con diverse modalità:

• recupero del patrimonio storico

• creazione di servizi culturali

• promozione di nuovi itinerari turistici e visite guidate Non sono consentiti interventi che danneggino il patrimonio storico, ambientale e paesaggistico

Ciò in quanto gran parte dei borghi contemplati dal Piano nazionale sorgono all’interno di Parchi nazionali e regionali, tutelati a loro volta dalla legge quadro sulle Aree Protette (Legge 394/1991), che prevede il recupero anche dei nuclei abitati rurali.


CONDIZIONI DI ACCESSO

L’intervento a favore dell’Attrattività dei borghi si sviluppa nell’arco di sei anni: dal 1° giugno 2021 al 30 giugno 2026. Le risorse finanziarie sono destinate:

• al recupero e alla riqualificazione del patrimonio storico e degli spazi pubblici e per la costruzione di piccole infrastrutture di servizio (€ 800 mln)

• al sostegno alle imprese (in un numero stimato di 2.500, plafond complessivo € 200 mln)

La selezione dei borghi (250 secondo il Pnrr) sarà effettuata sulla base di:

• adeguati criteri territoriali, economici e sociali

• capacità del progetto di incidere sull’attrattiva turistica e di aumentare la partecipazione culturale


VALORIZZAZIONE DELL’ARCHITETTURA E DEL PAESAGGIO RURALE

Il Piano Borghi si accompagna alla tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, anche al fine di implementare l’indotto produttivo con ricadute positive sulle economie locali.

L’intervento si sviluppa anch’esso nell’arco di sei anni (dal 1° giugno 2021 al 30 giugno 2026) prevede di sostenere il recupero di circa 3.930 beni del paesaggio architettonico e rurale in tutto il Paese mediante:

• il riassetto conservativo e il recupero funzionale di insediamenti agricoli, edifici, artefatti e edifici storici rurali, colture agricole di interesse storico ed elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale

• il completamento del censimento del patrimonio rurale edificato e l’attuazione di strumenti di informazione nazionali e regionali volti a raccogliere conoscenze su architettura e paesaggio rurali, metodi e tecniche di intervento, nonché sul trasferimento di buone pratiche e su una cultura del riutilizzo L’attuazione della prima tipologia di interventi è coordinata dal MIC, che assegna risorse agli enti locali sulla base di criteri da definire congiuntamente tra MIC e fra regioni/comuni.

Gli enti locali selezionano le domande di sovvenzione tramite invito pubblico; sono responsabili dell’erogazione delle risorse e del monitoraggio dell’attuazione.

Neanche in questo caso gli investimenti costituiscono aiuti di Stato. Tra le misure previste per riqualificare il paesaggio rurale non dobbiamo dimenticare il sostegno dato all’agricoltura biologica e all’allevamento tradizionale.


IL REGISTRO NAZIONALE DEI PAESAGGI DI INTERESSE STORICO

A seguito dell’entrata in vigore della Convenzione europea del paesaggio, con il decreto 17070/2012 il Mipaaf (Ministero delle politiche Agricole e Forestali) ha istituito il Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali (ONPR). Nel Registro sono identificati e catalogati gli elementi tipici del paesaggio e le pratiche agricole sopravvissute all’industrializzazione.

Gli enti interessati all’iscrizione nel Registro devono essere in possesso di determinati requisiti stabiliti dalla Conferenza permanente Stato-Regioni.


SISMA BONUS ED ECO BONUS

Il Pnrr prevede espressamente fra gli investimenti quelli relativi all’Ecobonus e al Sismabonus fino al 100% per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici.

Gli interventi indicati hanno le seguenti finalità: • stimolare il settore edilizio • conseguire il risparmio energetico

• ridurre le emissioni al 2030

• incentivare e sviluppare le economie locali attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro nella filiera dell’edilizia e della produzione di beni e servizi per le abitazioni con potenziale impatto sulle categorie deboli colpite dalla pandemia

Il sostegno è fornito in forma di detrazione fiscale pari al 110 per cento delle spese sostenute, usufruibili in un periodo di 5 anni e disponibili per chi intende effettuare ristrutturazioni energetiche e antisismiche degli edifici residenziali.

Il Pnrr ha previsto l’introduzione di strumenti finanziari come la cessione del credito e il pagamento anticipato per agevolare l’investimento iniziale.


IL BANDO DEL MIBACT

Il Piano borghi previsto dal Pnrr si affianca al bando del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT) relativo ai progetti di rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici. I comuni italiani ammissibili che rispettano il criterio demografico (popolazione residente fino a 5.000 abitanti) sono stimati pari a 5.509.

Nel caso di aggregazioni di più comuni (fino a un massimo di tre), in ognuno di essi dovrà essere presente un borgo storico.

Il MIC (Ministero della Cultura) è responsabile del coordinamento e della gestione dell'intervento.

Le risorse saranno assegnate ai comuni in cui si trovano i borghi selezionati. L’azione a sostegno delle imprese sarà gestita a livello centrale dal MIC con il sostegno di un organismo di gestione.

Gli investimenti non costituiscono aiuti di Stato. Il regolamento UE 651/2014 esplicita quali categorie di aiuti sono compatibili con il mercato interno.


LA CARTA BORGHI E IL RILANCIO DEL TURISMO

La “Carta dei Borghi” prevede la costituzione di una struttura di missione interministeriale (Mibact, Mit, Mef) “dedicata” presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con personale adeguatamente formato, in funzione di coordinamento e indirizzo di unità tecniche regionali e tecnico finanziarie comunali anch’esse da formare adeguatamente agli obiettivi di tali interventi.


INCENTIVI PER I FUTURI RESIDENTI

I contributi e le agevolazioni per vivere nei borghi varia da paese a paese. Ad esempio Candela, comune in provincia di Foggia, offre incentivi crescenti in base all’ampiezza del nucleo familiare a chi trasferisca la residenza nel territorio del comune:

• € 800 euro per i single

• € 1.200 euro per le coppie

• da € 1.500 a 1.800 euro per le famiglie di tre componenti

• oltre € 2.000 euro per famiglie da 4 a 5 componenti

A Santo Stefano di Sessanio, nella provincia de L’Aquila, si offre un contributo mensile a fondo perduto fino a € 8.000 l’anno per 3 anni.

In Molise si è pensato a un “reddito di residenza attiva”, pari a € 700 euro al mese, per chi si trasferisce in un comune della Regione con meno di 2.000 abitanti e apre un’attività.

Il caso più noto resta quello delle case a 1 euro. Il beneficio è condizionato allo spostamento della residenza per alcuni anni e alla ristrutturazione dell’immobile a carico dell’acquirente ai fini del miglioramento del decoro urbano.


INCENTIVI PER I LAVORATORI

Quali sono gli incentivi previsti per chi vuole lavorare in un Borgo? Nell’era del remote working molti professionisti possono lavorare dove vogliono purché abbiano una buona connessione di rete.

Tuttavia molti lavoratori, come ad esempio gli artigiani, hanno ancora bisogno di un luogo fisico.

Gli esercenti di attività commerciali al dettaglio e gli artigiani che iniziano, proseguono o trasferiscono la propria attività in un comune con popolazione inferiore ai 500 abitanti sono dispensati dal pagamento per gli anni 2022 e 2023 sugli immobili posseduti e utilizzati per l’esercizio dell’attività economica. Stato, Regioni, Province autonome e Enti locali possono concedere in comodato a commercianti e artigiani beni immobili di loro proprietà.

Il comodato ha durata massima di 10 anni; il comodatario ha l’onere di effettuare sull’immobile, a proprie spese, gli interventi di manutenzione necessari a preservare la funzionalità dell’immobile.

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